“Due Parchi Nazionali e un unico sistema territoriale. Le Cinque Terre in fondo sono l’Appennino che si tuffa nel Mar Ligure. Il contatto crea meraviglie…di paesaggio prima di tutto. Come le coste alte e frastagliate, fatte di scogliere scoscese, terrazzamenti coltivati, calette profonde, paesi incastonati nelle insenature. O come un imponente crinale di montagne verdi o bianche che compare all’orizzonte per chi arriva dal mare. Valichi impervi, pascoli di quota sopra i boschi a perdita d’occhio, vette oltre i 2000 metri, spesso tra le nuvole e con vista mare…Ma non c’è solo il paesaggio.
Qui due mondi entrano in contatto, due climi, due cucine, due storie. Anzi le storie e sapori sono tanti e variegati…Camminare, arrampicare, pedalare, cavalcare o nuotare qui offre opportunità…Piccole pievi, santuari, castelli punteggiano i luoghi più elevati e panoramici. Tra l’appennino di Parma e Reggio, la Lunigiana e la Garfagnana fino al Golfo dei Poeti e a Monterosso c’è un percorso aereo di crinale e uno scrigno di specialità.
E’ l’Italia profonda, dove non è una bugia che il piccolo è bello e che c’è sempre in ogni stagione qualcosa da scoprire. Pesci e funghi, miele e pecorino, castagne e molluschi. E tra questi alcuni prodotti tra i più titolati del mondo, con i loro laboratori/latterie e il loro paesaggio.
Un caleidoscopio della natura e della storia da esplorare attraverso le stagioni.”
Fausto Giovanelli
Presidente Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano
La nostra zona è, infatti, il punto di unione dei due parchi nazionali, che scolpiscono un territorio unico, che hanno tutti i numeri per esaudire il nostro desiderio di naturalità e cultura. Nel raggio di cinquanta chilometri si dipana uno spettacolo unico di natura, arte e storia, custodito e valorizzato dai due parchi nazionali, abbinato a prodotti e servizi di qualità.
Tra questi anche le biciclette a pedalata assistita che consentono di attraversare le montagne senza fatica e godersi in silenzio gli scenari più belli dell’Appennino: sono le Parco Bike, un mezzo innovativo per la mobilità dolce nel Parco. O camminare lungo i boschi dell’entroterra – dove la presenza del capriolo ha consentito il ripopolamento del lupo. Dallo storico Passo della Cisa, attraversato dalla via Francigena, seguendo la cresta ondulata si supera il Passo di Cirone dove iniziano le dure arenarie del crinale emiliano, il “Macigno”. Si procede tra ampie praterie fino al Monte Orsaro che regala panorami d’ampio respiro sulla Lunigiana; alle faggete si susseguono rocce e praterie d’alta quota, fino allo straordinario campionato di specchi d’acqua e conche glaciali del Lago Padre e Lago Santo. Qui sorge lo storico Rifugio Mariotti, raggiungibile in poco meno di un’ora di cammino da Lagdei. Da qui si apre il “Crinale dei Laghi”: il Lago Bicchiere, i Lagoni, il Lago Scuro. Il saliscendi accompagna l’escursionista sul Monte Sillara e i vicini laghi omonimi. Al Passo del Giovarello si inizia a scender sul lato emiliano toccando il modesto Lago Martini, si perde quota lambendo il Lago Verde e il bacino artificiale del Ballano. Da qui si raggiunge Prato Spilla, con una comoda passeggiata nella faggeta. Gli specchi d’acqua restano una costante della dorsale, il Lago Verdarolo, il Lago Scuro e il Lago Squincio, fino al Passo del Lagastrello, crocevia naturale delle ippovie delle 3 provincie, Parma, Reggio e Massa. Siamo nel cuore del Parco dei Cento Laghi, un’area di grande interesse paesaggistico che, grazie all’evidente impronta glaciale, ricorda gli spettacolari ambienti alpini. Le zone più alte del Parco sono costellate da un numero particolarmente elevato di belle conche lacustri di origine glaciale, così come di altre morfologie che testimoniano quel tipo di morfogenesi.
Di rilievo sono anche alcuni ambienti forestali (con suggestive fustaie di conifere e latifoglie) e gli ambienti montani a maggiore naturalità, quali rupi, brughiere d’altitudine, torbiere e pozze d’alpeggio.
Notevole è infine la presenza di specie floristiche rare e minacciate, in genere piante alpine relitte o specifiche degli ambienti ofiolitici.
Sopravanzando il lago del Monte Acuto, nei pressi si trova il Rifugio Città di Sarzana (1580). A seguire i rilievi che si allungano verso il crinale reggiano, con alcune delle vette più alte dell’Appennino Settentrionale, attraverso praterie ricche d’acqua sorgiva (i Ghiaccioni) racchiuse dalla cresta dentata dei Groppi di Camporaghena.
“Sono montagne di acqua e di pietra”. Sul versante emiliano i ghiacciai hanno plasmato la roccia arenaria, modellando i pendii, le conche e le morene dove oggi sono incastonati i laghi del parmense. Su quello toscano i torrenti hanno eroso e scavato la vertigine dell’alta Valle del Magra, che sprofonda con i suoi versanti ripidi e le sue rocce affioranti verso la pianura alluvionale, allungata fino al mare, aprendo, fra le alture scabrose delle Cinque Terre e i marmi apuani quel varco di terra fertile e ricca di storia e tradizioni che è la Lunigiana.
Il modo migliore per godersi le Cinque Terre è invece il battello, oppure percorrere con tranquillità il Sentiero Azzurro, che da ovest a est tocca Punta Mesco e minuscoli borghi marinari incastonati fra pietra e mare: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Si tratta di un paesaggio unico e straordinario, opera dell’uomo e della natura…cinque minuscoli borghi marinari, incastonati fra pietra e mare che insieme a Portovenere e alla Palmaria sono stati riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’Umanità. 18 chilometri di scogliera sovrastata dai monti che corrono paralleli alla costa, un ambiente dall’apparenza inaccessibile, dove il ligure tenace ha posto le sue radici. Sulla roccia vi ha costruito le case color pastello, strette l’una all’altra, separate solo da esigui carruggi mai baciati dal sole. Qui il contadino muratore ha addomesticato i pendii, ricavando lembi di terra dove coltivare il proprio orto, piantare le proprie viti, dove celebrare ogni anno il rito della vendemmia. Da queste terre nascono “il Cinque Terre DOC” e “lo sciacchetrà”, uno dei vini passiti più rari d’Italia. La grappa locale ha un sapore rotondo, mentre il digestivo al limone è un omaggio indiretto a una delle poesie più conosciute di Eugenio Montale. Le specialità locali sono le acciughe, le più famose sono quelle di Monterosso, gustoso pesce azzurro dal sapore inimitabilmente mediterraneo.
I borghi sono serviti dalla linea ferroviaria Genova – Pisa – Roma. Le Cinque Terre possono essere raggiunte anche direttamente dalla stazione di Aulla Lunigiana con il treno diretto del mattino delle 9:16 che collega Aulla a Monterosso in meno di quaranta minuti, mentre per il rientro, nel pomeriggio, con uno dei tanti regionali da La Spezia ad Aulla. Inoltre è disponibile anche il servizio con battelli di linea e in primavera-estate si effettuano collegamenti giornalieri da La Spezia, Lerici e Porto Venere. Per gli orari aggiornati chiedere alla Reception dell’Agriturismo.
E’ inoltre possibile comprare “le Cinque Terre Cards” e “le Cinque Terre Card’s treno” per accedere a tutti i sentieri e usufruire di tutti i servizi offerti dal Parco presso i suoi centri visita e accoglienza. Tra questi il centro Accoglienza La Spezia c/o la stazione ferroviaria La Spzia Centrale Tel +39 0187 743500
*Informazioni e testi tratti da “Speciale Appennino e Cinque Terre – La rivista del Trekking e Outdoor 273”